Taccuini di Viaggio, luoghi del cuore

In ogni viaggio nel mio bagaglio deve esserci sempre un pò di posto per alcuni taccuini da disegno, una piccola scatola di acquerelli, pennelli vari e waterbrush, matite di diverse durezze, qualche matita colorata, una gomma e un temperino. Questi sono gli strumenti indispensabili per poter ritrarre luoghi e persone che incontro nei miei viaggi in Europa, USA, Cina, Giappone, Russia, Africa.

I taccuini che mi sono più cari sono quelli che ho composto in Giappone.

Viaggi in Giappone nel 2015 e nel 2018: Kyoto, Tokyo, Kamakura, Nara, Nikko, Hakone.

Saliamo al sacro Monte Fuji con la teleferica, la cima è coperta di nubi, solitaria e misteriosa.

Ma il luogo che per anni ho desiderato vedere, a lungo ammirato in fotografia, studiato sui libri, è il giardino zen Rioan-ji, a Kyoto. Finalmente la mattina del 24 agosto 2015 ero lì davanti al portone d’ingresso, alle 8:00 del mattino sono entrata. Varcato il portone, un viale alberato costeggia un lago ricoperto di ninfee, poi la fontana per la purificazione, la statua del Buddha e l’ingresso del hōyō. Lascio le calzature all’ingresso ed entro in un luogo di silenzio e meditazione.

Sono il primo visitatore, il giardino di sabbia bianca ben rastrellata dai monaci si estende nel recinto del muro, nel centro le isole di ghiaia nera con le pietre-isole. Massima semplicità, rapporto vuoto-pieno, il cielo blu intenso e gli alberi verdi sullo sfondo della scena. Il muro di argilla cotta fa da cornice.

Mi siedo sul pavimento in legno lucidato e rimango a guardare, quasi in uno stato di trans. Un luogo misterioso per il suo significato non immediato, ma in cui è tangibile il sacro, anche per chi non crede in una religione. Rimango in silenzio, posso percepire il luogo, la pace che entra nel corpo e nella mente: tutto si ferma, anche il respiro è un troppo. Silenzio. Dopo un tempo lungo, l’attenzione si risveglia e sorge il desiderio di disegnare, di fissare pochi segni sulla carta, trovare la sintesi grafica di un tempo senza tempo.